DALLA CULTURA DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE ALLA CULTURA DEL CONSENSO
Purtroppo, gli stereotipi legati alla violenza e alle differenze di genere spesso non ci permettono di vivere rapporti interpersonali positivi dove ognuno ha il diritto di decidere del proprio corpo e dove i limiti e i confini sono definiti da un consenso chiaro e dichiarato.
Amnesty International Italia, con la campagna #io lo chiedo, vuole far luce su un tema, quello del consenso e della cultura del consenso, che permetta di vivere in una società libera dalla violenza sessuale, in cui tutti comprendano appieno il principio che ogni individuo è padrone del proprio corpo e può decidere autonomamente e in totale libertà come gestirlo.
In teoria dovrebbe essere tutto molto semplice: se una persona esprime il proprio consenso ad un rapporto intimo non c’è violenza, se non lo esprime ciò dovrebbe costituire reato.
Purtroppo oggi da un punto di vista normativo la questione non è così lineare: in caso di giudizio, se la vittima non ha detto né «sì», né «no», viene dato per acquisito che fosse consenziente, e in Italia, la normativa ritiene violenti solo gli atti sessuali nei quali ricorrano i vincoli della costrizione, della violenza e della minaccia.
Questa impostazione del nostro sistema giuridico non tiene conto del fatto che ci possono essere situazioni nelle quali una persona potrebbe non essere in grado né di difendersi, né di esprimere consenso o dissenso, perché magari è talmente terrorizzata da non riuscire né a muoversi, né a parlare. Dunque, non è sempre vero che «chi tace acconsente», e partire da una “presunzione di consenso” può portare ad attribuire alla parte offesa una corresponsabilità nella violenza subìta.
È necessario sottolineare e potenziare il valore che il termine ‘consenso’ porta con sé. Il messaggio che si vuole diffondere è che un rapporto sessuale deve essere una scelta positiva di entrambi e che ogni forma di rapporto in cui viene a mancare la base del consenso, deve considerarsi come una violenza sessuale.
Secondo la Convenzione di Instanbul (2011), il consenso è un accordo volontario e non permanente per impegnarsi in una particolare attività sessuale, può essere revocato in qualsiasi momento e può essere concesso liberamente e sinceramente solo laddove il libero arbitrio di una delle parti consenzienti non sia sopraffatto da circostanze coercitive e quando la persona è in grado di fornire il proprio consenso.
Il consenso è necessario affinché possa accadere legalmente un rapporto fisico tra persone con piacere e con intenzione reciproche;
- diventa libero se è una decisione che viene presa senza pressioni o manipolazioni, né sotto effetto di droghe o di alcol;
- è specifico nel senso che se acconsento ad una cosa non vuol dire che acconsento ad altre;
- può cambiare nel tempo anche rispetto a cose dette e fatte in altri momenti;
- perché ci sia consenso occorre ricevere tutte le informazioni necessarie, senza omissioni o bugie.
Quindi non si dà il consenso soltanto per compiacere il partner o perché gli è stata fatta una promessa o perché è un dovere, oppure perché abbiamo ricevuto una pressione psicologica o una manipolazione a seguito di un’insistente richiesta.
Il consenso lo può dare solo chi è:
• maggiorenne
• in uno stato di coscienza non alterata da alcool o droghe
• non minacciato (e non si trova in uno stato di freezing)
IL CONSENSO È CONDIVISIONE, È RISPETTO DELL’ALTRO.
tratto da: https://d21zrvtkxtd6ae.cloudfront.net/public/uploads/2020/09/IoLoChiedo_manuale.pdf